RIPARTIRE SENZA SPESE
L’economia italiana è certamente priva di risorse naturali
se si eccettua il sole, le coste e i beni culturali per cui la ripresa
economica stenta parecchio.
La burocrazia e la forte tassazione sul costo del lavoro complicano
le cose e sono di ostacolo alla ripresa.
Pensare che si possa incentivare la ripresa senza un
allentamento del “patto di stabilità” che impedisce gli investimenti pubblici,
anche degli Enti virtuosi, è complicato.
Però si potrebbe pensare ad un modo di favorire gli investimenti
privati nel settore delle rinnovabili e dell’investimento nei beni culturali.
Le banche italiane hanno ricevuto dal governo un forte
regalo con la ricapitalizzazione della Banca d’Italia e sarebbe ora che
mettessero nel circuito economico le somme ricevute dalla BCE.
Il governo dovrebbe impegnare le banche italiane a
finanziare con mutui decennali gli
investimenti privati nel settore delle rinnovabili e delle ristrutturazioni
edilizie.
Se il Governo “garantisse” gli investimenti degli italiani
tramite la Cassa Depositi e Prestiti e “obbligasse” le banche ad emettere mutui
a tasso agevolato non superiore al 4% di cui solo il 50% a carico dei cittadini
investitori ed il resto a carico dello Stato, tale operazione da sola ritengo
possa rimettere in moto l’edilizia che è il vero motore della ripresa.
Da solo un investimento di un miliardo di euro genererà
circa 200 milioni di entrate per iva e circa 230 milioni per irpef.
Lo Stato facendo da “ garante “ “incasserà” notevoli somme
che potrà a sua volta mettere in circolazione .
Il tutto con un aumento dell’occupazione diretta ed indotta.
Va da sé che tale operazione necessita di una burocrazia
snella ed efficiente.
Facendo lo Stato da garante con le banche è lo Stato che
vanterà ipoteca sui beni degli italiani e non le banche.
Sono solo appunti per enunciare un principio suscettibile di
approfondimento.
Settimo Currao
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